Durante il primo colloquio ho raccolto la storia di Antonio, con specifica attenzione all’esordio ed al mantenimento della sintomatologia. Il ragazzo lavorava come impiegato presso una piccola azienda da subito dopo il diploma. Era fidanzato da circa un anno e mezzo con Martina (coetanea), ma entrambi vivevano con i genitori. Quella con Martina era la sua prima relazione stabile: “prima avevo avuto solo alcuni rapporti occasionali con ragazze, ed era sempre andato tutto bene”. Fin dal primo rapporto sessuale con Martina, Antonio ha invece avuto difficoltà nel trattenere lo stimolo eiaculatorio, raggiungendo sempre l’orgasmo dopo pochi secondi dalla penetrazione. Questo lo aveva gettato nel totale sconforto: “Se non risolverò questo problema, Martina mi lascerà sicuramente”. Sempre durante i primi colloqui ho approfondito le dinamiche relazionali tra lui e la ragazza e, rispetto al problema, erano emersi sensi di colpa da parte del ragazzo e rabbia da parte della compagna. Molto in sintesi, Antonio viveva la relazione con un forte senso di urgenza (“se Martina mi lasciasse, non troverei mai più una come lei”) e ciò aveva favorito i primi episodi di eiaculazione precoce, in quanto i rapporti tra i 2 erano molto spostati sul piano prestazionale, mentre non contemplavano quello del piacere e della condivisione. La rabbia per il sintomo da parte della ragazza, espressa con frasi del tipo “cosa ho fatto di male per meritarmi questo”, era un ulteriore fattore di mantenimento del disturbo.
Qual è stato il mio intervento?
Uno dei primi obiettivi è stato quello di escludere possibili cause organiche alla base dell’Eiaculazione Precoce: sebbene queste siano molto rare, ho consigliato al paziente una Visita Andrologica, che ha poi dato esiti negativi.
Altro obiettivo dei primi colloqui era quello di rifigurare la problematica ad Antonio, così che la legasse alla propria storia personale ed alle dinamiche relazionali con la compagna, percependola quindi come maggiormente modificabile. Dopo alcuni colloqui, avendo raggiunto i suddetti obiettivi e valutando sufficientemente stabile la relazione affettiva del paziente, ho proposto alcuni incontri di coppia, finalizzati a comprendere meglio le dinamiche tra i 2 ed a modificarle in maniera costruttiva ove necessario. Ho visto Antonio e Martina per 12 sedute, durante le quali abbiamo lavorato per fare in modo che il problema non fosse tutto a carico del ragazzo, ma venisse vissuto come un’occasione per migliorare la relazione. Anche grazie a miei “compiti per casa” relativi alla relazione in generale e alla sessualità nello specifico, i pazienti hanno scoperto nuove e più funzionali modalità di stare in coppia. Al termine del percorso il sintomo dell’Eiaculazione Precoce era quasi totalmente scomparso, presentandosi solo in rare occasioni.
[Tutti i brani pubblicati sono ispirati a colloqui reali, ma gli interventi contenuti nei dialoghi si riferiscono esclusivamente a situazioni specifiche e non possono in alcun modo sostituire né integrare una diagnosi psicologica, né un colloquio con uno psicologo. Ogni riferimento a luoghi, situazioni e persone è stato rimosso o modificato.]