L’ Amore ai tempi di Tinder
Lo so, Tinder è solo una tra le tante Dating App, ma è probabilmente la più utilizzata.
“Sembra un supermercato”, “La gente la usa solo per il sesso”, “Non è paragonabile ad un incontro dal vivo”. Questi sono i commenti più frequentemente associati a questo tipo di App e, se così tanto diffusi, un senso lo avranno.
Andiamo però oltre i luoghi comuni, provando a rispondere ad una prima domanda: perché oggi l’utilizzo delle Dating App è tanto diffuso?
Un motivo è senza dubbio lo stile di vita postmoderno che sempre più caratterizza la nostra cultura: ci piace sentirci immersi in una moltitudine di possibilità d’azione, non essere costretti a scegliere, ma liberi attori e registi del nostro destino. Per questo prendono sempre più piede realtà quali Netflix e Spotify, caratterizzate da cataloghi infiniti. Si potrebbe dire che Tinder è il Netflix delle relazioni!
Così come oggi, rispetto ad un decennio addietro, è meno frequente vivere intensamente un film a causa della suddetta moltitudine di possibilità di scelta e delle facili distrazioni durante la visione, diviene altrettanto complicato lasciarsi trasportare emotivamente da una persona da poco conosciuta, ancor più se si tratta di un match tecnologicamente mediato. L’utilizzo di App per trovare l’Amore, tende infatti a rimpinzare di allettanti profili le nostre fauci affamate di emozioni intense, ma anche rapide e, se possibile, indolori. Per quanto attraente, quindi, il mondo di Tinder & C. rischia davvero di essere appannaggio di chi cerca il sesso rapido e le relazioni supermarket.
C’è chi però l’Amore su queste App lo trova, come mai?
Ritengo che, in tal senso, due variabili fondamentali siano la motivazione e la capacità di gestire le proprie possibilità d’azione.
Non è infatti scontato che l’utilizzatore di Dating App sia davvero motivato ad incontrare qualcuno per una frequentazione stabile, anzi, nella maggior parte dei casi non è così. Per carità, va benissimo scrollare continuamente profili se è chiara l’intenzione di incontrare un partner sessuale o, più semplicemente, di far passare il tempo (come se oggi già non esistessero sufficienti modi per farlo!), purché però si sia consapevoli dell’orientamento delle proprie azioni.
Venendo alla seconda variabile, se il proprio fine è quello di incontrare qualcuno per conoscerlo davvero, in vista di una frequentazione, penso sia fondamentale evitare il “binge dating”, ovvero la tendenza a chattare con 25 potenziali “amati” contemporaneamente ed a programmare con alcuni di loro 7 uscite in 5 giorni.
Se davvero vogliamo conoscere qualcuno, dobbiamo darci il tempo e lo spazio mentale per farlo, qualunque sia il canale di contatto. Dopotutto, se c’è un aspetto che mi mette in difficoltà dei menù iper articolati di alcuni ristoranti, è che quando sto assaporando la pietanza che ho scelto non manco mai di chiedermi come sarebbero state le altre.
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