E’ possibile avere il controllo dei propri pensieri?
Capita molto spesso che un paziente riporti di non riuscire a liberarsi da pensieri sovrastanti, generalmente legati a senso di colpa o di incapacità. Quasi sempre la paura predominante è quella di compromettere la propria immagine rispetto agli altri. Come mai oggi queste “ossessioni” sono tanto frequenti? E’ possibile controllarle, non lasciarsi sopraffare da esse? Se sì, come?
In questo articolo proverò a descrivere il fenomeno, dando priorità alla fruibilità per il lettore e non perdendomi nella descrizione delle innumerevoli ricerche scientifiche sul tema.
Perché oggi le ossessioni sono tanto diffuse?
Innanzitutto invito il lettore poco conoscitore del tema, ad un rapido approfondimento visitando questa pagina del mio sito; ulteriori informazioni sul fenomeno possono essere trovate qui.
A proposito, io sono il Dott. Giovanni Ventura, Psicologo e Psicoterapeuta a Verona e online
Uno dei principali motivi per cui oggi questi pensieri intrusivi sono tanto frequenti è la forte pressione sociale a cui siamo costantemente esposti: “ti devi realizzare” “devi essere felice” “devi essere in forma fisicamente” “non ci si deve accontentare”…insomma, è come se il mondo continuasse a dirci “devi andare bene e, per farlo, puoi far leva solo sulle tue forze”.
Nonostante “il mondo” ci dica questo, poi il dato di fatto è un altro: possiamo essere “sbagliati” (anzi, siamo per natura imperfetti sotto tutti i punti di vista) e, se vogliamo, affidarci agli altri. Nonostante questa rappresenti una concreta possibilità, oggi le persone faticano molto a percepirla come tale, dando quindi via libera al proliferare di senso di inadeguatezza ed ossessioni.
Si possono controllare i pensieri ossessivi?
Mi sento di dare una risposta molto netta: NO.
Non possiamo avere controllo sui nostri pensieri, siano essi piacevoli oppure ossessivi. E’ possibile testare questo dato tramite una semplice prova: chiudi gli occhi e decidi a cosa pensare, focalizzandoti al massimo delle tue capacità sull’immagine su cui intendi soffermarti. Ti renderai conto ben presto che riuscirai a rimanere fermo su quel pensiero solo per poco istanti, poi la mente riprenderà a spaziare verso l’infinito…e oltre.
E’ un po’ come se fosse la “pancia” del momento a guidarci, ad imporci di stare continuamente sul gesto sbagliato compiuto il mese scorso, che ci fa sentire terribilmente in colpa, piuttosto che sulla bella giornata vissuta l’altro giorno, che vorremmo tanto tanto rimembrare per poter essere più sereni.
Sconsiglio, quindi, di provare a controllare i propri pensieri poiché, così facendo, rischiamo di incrementare il nostro senso di inefficacia: dopotutto, sarebbe come provare a controllare il meteo perché non ci piace la pioggia!
E’ la “pancia” a guidarci
Nel paragrafo precedente è emerso un tema che ritengo centrale: è la “pancia”, l’istinto, a dirigere il pensiero.
Semplificando: se sono sereno farò pensieri sereni, se sono agitato ne farò di agitati. Qualcuno potrebbe obiettare: “Non sono d’accordo, a volte sono tranquillo e, d’improvviso, un pensiero negativo mi passa per la testa e rovina la giornata”. Vero, ma a questo ribatto dicendo che, a seconda dei momenti della vita e degli stati d’animo, lo stesso pensiero può farci terrorizzare, sorridere, oppure sentire indifferenti. E’ sempre e comunque il “macro contesto” nel quale facciamo esperienza in uno specifico periodo della vita a farci percepire come sicuri di noi, ansiosi, oppure tristi.
Ma quindi sono utili tutti quei bellissimi video che troviamo nel web, nei quali guru ed esperti (talvolta autoproclamati tali) ci descrivono le 3,5 o 7 strategie definitive per liberarci dalle ossessioni? Vi invito a guardarne quanti ne volete, ed a farmi sapere se vi saranno effettivamente d’aiuto.
Cosa fare, quindi, quando ci sentiamo sopraffatti dai nostri pensieri?
Ammetto che, fino a questo punto dell’articolo, non ho dispensato troppo ottimismo rispetto alla possibilità di potersi liberare dagli attanaglianti pensieri che, in alcune circostanze, possono rendere la vita assai dolorosa.
Escludendo l’utilizzo delle tecniche magiche da YouTube o da best seller in libreria, ritengo che la strada da seguire per un maggiore equilibrio mentale debba, per forza di cose, essere caratterizzata da rigore e fatica.
Rigore, poiché se studiamo la filosofia, la psicologia e le neuroscienze, provando a farle comunicare tra loro, comprendiamo, tra il resto, che non è possibile modificare i nostri pensieri, agendo direttamente su di essi.
Serve fatica per non soccombere ai nostri pensieri: la fatica di fermarci, capire cosa ci ha resi così vulnerabili, accettare i nostri limiti e, fatto questo, correre il rischio di prendere in mano la nostra vita, cambiando ciò che è modificabile ma ci spaventa. A quel punto la nostra “pancia” sarà piuttosto fiera di sé e difficilmente si lascerà sopraffare dal dubbio.
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