Articolo scritto dalla dott.ssa Giulia Menditto
Ansia Sociale
CHE ANSIA!
La parola Ansia è un termine che fa parte del vocabolario di tutti e viene utilizzato quasi quotidianamente per riferirsi alle più disparate esperienze, tanto che possiamo definire quello di ansia un termine abusato.
Per questo motivo, l’ansia come sintomatologia psicologica relativa ad un vero e proprio disturbo è talvolta difficile da scindere con il termine che comunemente viene usato nella vita di tutti i giorni.
A confondere ancor di più le idee è anche il fatto che di disturbi d’ansia ne esistono di diversi tipi, ognuno con le proprie caratteristiche peculiari.
Il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5) nella sua più recente versione raggruppa all’interno della categoria dei disturbi d’ansia ben 10 patologie differenti:
- Disturbo d’ansia da separazione
- Mutismo selettivo
- Agorafobia
- Ipocondria
- Fobie specifiche
- Disturbo d’ansia generalizzata
- Disturbo di panico
- Fobia sociale
- Disturbo d’ansia indotto da sostanze
- Disturbo d’ansia causato da altre situazioni mediche
In questo articolo ci concentreremo su uno di questi disturbi: l’ansia sociale (o fobia sociale).
- Cos’è l’ansia sociale?
- Quali sono le paure nel disturbo d’ansia sociale?
- Come nasce e si mantiene l’ansia sociale?
- Distinguere l’ansia sociale da altri disturbi
- Ansia sociale e pandemia da Covid-19
- Come si cura l’ansia sociale?
- Consigli pratici
- Cosa faccio se ho l’ansia sociale?
1) COS’E’ L’ANSIA SOCIALE?
Il termine “fobia sociale” (o ansia sociale) è stato usato per la prima volta nel 1966 da due studiosi, Marks e Gelder, che la definivano come una sorta di timore nel compiere alcune attività semplici come mangiare e parlare, in presenza di altri per via di una possibile paura di apparire ridicoli (Pietrini et AL., 2009).
Da quel momento l’ansia sociale è stata al centro di numerosi studi ma solo con la pubblicazione del DSM-III è stato concordato un sistema curato per la diagnosi di questo disturbo.
Oggi, il manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali (DSM-5) descrive l’ansia sociale come un disturbo caratterizzato da sensazioni di ansia o paura in merito alle situazioni sociali in cui l’individuo è coinvolto e in cui è possibile il giudizio altrui (American Psychiatric Association, 2013)
Ciò di cui l’individuo è preoccupato è la possibilità di poter agire in modi che le persone attorno a lui giudicheranno in modo negativo, e che quindi potranno concludersi con sensazioni di imbarazzo, umiliazione, offesa o rifiuto. Nonostante l’individuo soffra sinceramente per queste preoccupazioni, le stesse risultano essere indubbiamente sproporzionate rispetto alla situazione sociale e al contesto.
Tuttavia, a causa di queste paure e della grande mole di stress che esse provocano, l’individuo con ansia sociale tende ad evitare le situazioni e le esperienze che potrebbero innescare l’ansia rintanandosi sempre più nella solitudine.
Può capitare ad esempio che chi soffre di ansia sociale rinunci a discutere una relazione che ha preparato con tanto impegno per timore del pubblico, che eviti di intraprendere un lavoro molto affascinante per via della presenza dell’ufficio condiviso con altri colleghi ma anche più banalmente che eviti di uscire il sabato sera per mangiare una pizza con gli amici per via della preannunciata brutta figura che pensa di fare o che rinunci alla conoscenza di un/una possibile partner per il possibile fallimento di sé in un eventuale appuntamento (Pietrini et AL., 2009).
Il circolo che si viene a creare di paura, ansia e evitamento interferisce quindi in modo importante con la normale routine di vita della persona.
2) QUALI SONO LE PAURE NEL DISTURBO D’ANSIA SOCIALE?
Quando l’individuo si trova a vivere la situazione che teme, solitamente inizia ad avvertire dei sintomi di malessere fisico, come tachicardia, sudorazione, arrossamento del viso, tensione, nausea, crampi allo stomaco, calore, affanno, vertigini e confusione mentale (Wikipedia).
Ma cosa provoca questo tipo di sintomatologia? Di cosa ha paura una persona che soffre di ansia sociale?
Le principali preoccupazioni risultano essere le seguenti:
- Paura di essere valutato in modo negativo
- Preoccupazione di sembrare ansioso, debole, pazzo, noioso, intimidatorio, sporco o sgradevole
- Timore di agire o apparire in un particolare modo o di mostrare sintomatologia relativa all’ansia (come arrossire, tremare, sudare ecc.)
- Possibile preoccupazione di offendere gli altri attraverso la propria sintomatologia o di essere respinti a causa della stessa.
Come possiamo osservare, tutte le precedenti fonti di paura riguardano il possibile giudizio altrui sulla persona e quindi una forte ansia anticipatoria che man mano che il disturbo procede, aumenta fino a diventare anche insostenibile. La paura del giudizio negativo diventa alla fine talmente pervasiva che l’individuo risulta fortemente disgregato da suo ambiente sociale e relazionale.
3) COME NASCE E SI MANTIENE L’ANSIA SOCIALE?
L’esordio del disturbo d’ansia sociale è in media attorno ai 13 anni e può avvenire in seguito ad un particolare episodio di vita stressante o umiliante, oppure svilupparsi lentamente.
In merito alla diffusione del disturbo nella popolazione, dai dati di ricerca la percentuale di persone che ne soffre varia dal 3% al 13%, con una maggiore percentuale che riguarda le donne (Pietrini et al., 2009).
Per quanto riguarda il mantenimento del disturbo d’ansia sociale, invece, uno dei modelli maggiormente riconosciuti è quello di Clark e Wells (Clark e Wells, 1995) che identificano 4 processi cognitivi che stanno alla base del disturbo:
- Eccessiva attenzione e monitoraggio dei propri comportamenti durante le interazioni sociali. Questo porta a sovrastimare i propri sintomi ansiosi.
- Eccessivo rimuginio e ruminazione connessi al tema dell’interazione e della propria performance.
- Sovrastima della quantità di ansia percepita in contesti sociali. In questo modo si alimentano i comportamenti di evitamento associati alle situazioni temute.
- Comportamenti di evitamento dei contesti sociali per minimizzare il rischio di sperimentare ansia e paura. Così facendo le situazioni temute acquisteranno sempre più importanza e verranno percepite come qualcosa di terribile.
Infine, la remissione spontanea dell’ansia sociale è molto bassa e questa patologia possono essere correlate altre importanti problematiche come l’abuso di sostanze, la depressione e un aumentato rischio di condotte suicidarie.
4) DISTINGUERE L’ANSIA SOCIALE DA ALTRI DISTURBI
Una corretta diagnosi è certamente essenziale per poter far fronte tempestivamente e in modo accurato al disturbo; per questo motivo è molto importante poter distinguere le caratteristiche dei diversi disturbi, anche quando i sintomi dell’uno o dell’altro si somigliano.
A questo proposito, di seguito vediamo brevemente le differenze tra l’ansia sociale e sei disturbi che hanno alcune caratteristiche simili.
- Ansia sociale VS agorafobia
Chi soffre di ansia sociale teme il giudizio altrui, non determinati luoghi.
- Ansia sociale VS disturbo di panico
Chi soffre di ansia sociale può sperimentare attacchi di panico, ma sempre e solo in occasione di situazioni sociali dove si teme il giudizio degli altri, gli attacchi di panico non sono quindi inaspettati e improvvisi.
- Ansia sociale VS disturbo d’ansia generalizzata
Nel disturbo d’ansia sociale l’ansia è legata a contesti in cui è possibile il giudizio altrui, non è costante.
- Ansia sociale VS Disturbo depressivo
Per chi soffre di ansia sociale il giudizio altrui temuto è legato a propri comportamenti che potrebbero risultare inadeguati o motivo di scherno. Per chi soffre di depressione il giudizio negativo altrui è considerato come una svalutazione, una mancanza di approvazione.
- Ansia sociale VS disturbo di dismorfismo corporeo
Nell’ansia sociale il timore e la preoccupazione non sono circoscritti alla vergogna relativa al proprio aspetto fisico o un particolare del corpo.
- Ansia sociale VS disturbo evitante di personalità
Nell’ansia sociale gli evitamenti sono meno marcati e meno generalizzati e durano meno tempo. Tuttavia, questi disturbi possono presentarsi congiuntamente.
(American Psychiatric Association, 2013).
5) ANSIA SOCIALE E PANDEMIA DA COVID-19
La pandemia da Covid-19 che ha colpito l’intero pianeta dal 2019 e che, in parte, continua anche oggi, ha sicuramente influito sulla salute mentale di intere generazioni.
In particolare, chi soffriva di ansia sociale prima dell’esordio pandemico, ha sperimentato una situazione maggiormente confortevole durante questo periodo; infatti, specialmente nei periodi più intensi del contagio, l’isolamento imposto e la riduzione dei contatti sociali ha permesso a queste persone di sentirsi giustificate nell’evitare proprio quelle attività che di consuetudine provocano ansia e paura, con una notevole diminuzione anche dello stress percepito (Arad, Shamai-Leshem e Bar-Haim,2021).
La pandemia, quindi, si è in un certo senso posta come un evento facilitante per chi soffriva di ansia sociale, diminuendo i sintomi del disturbo. Tuttavia, adesso, mentre il mondo ricomincia a vivere fuori dalle mura domestiche, i sintomi ritornano e spesso più forti di prima.
In definitiva, la pandemia da Covid-19 altro non è stata che un fattore esacerbante dei sintomi dell’ansia sociale, che ha solo aiutato la malattia a peggiorare.
Per di più, pare che con la pandemia i casi di fobia sociale siano addirittura aumentati. Infatti, anche chi prima dell’avvento pandemico non ha mai mostrato sintomi, poi, a causa delle restrizioni forzate e delle varie paure causate dal Covid-19, ha potuto iniziare a provare i tipici sintomi e timori di chi soffre di un vero e proprio disturbo di ansia sociale (Marsigli, 2022).
6) COME SI CURA L’ANSIA SOCIALE?
Le linee guida attualmente disponibili per la cura dell’ansia sociale consigliano la psicoterapia (specialmente la psicoterapia cognitivo comportamentale – CBT) ed eventualmente la terapia farmacologica.
La CBT propone una terapia centrata sul momento presente e quindi sul trattamento diretto della sintomatologia. L’obiettivo di questo tipo di psicoterapia è quello da un lato di modificare i pensieri che vengono definiti disfunzionali, e dall’altro di offrire alla persona con ansia sociale delle capacità specifiche per affrontare le situazioni che vengono percepite come ostili e quindi temute (Wells e McMillan, 2004).
I pensieri disfunzionali delle persone che soffrono di ansia sociale circa gli eventi derivano, secondo la psicoterapia cognitivo comportamentale, da schemi cognitivi rigidi che si attivano quando l’individuo ha a che fare con situazioni sociali. La terapia mira a modificare questo tipo di pensieri e, contemporaneamente, offre la costruzione di abilità per gestire in modo più adattivo le situazioni sociali, come l’insegnamento di tecniche di rilassamento, di gestione dell’ansia o per la gestione dell’interazione interpersonale (Polo, 2020).
Dal punto di vista farmacologico, invece, la cura per l’ansia sociale si basa su due tipologie di farmaci: antidepressivi e benzodiazepine.
Tuttavia, l’approccio farmacologico per la cura del disturbo d’ansia sociale non si è dimostrato efficace quanto la psicoterapia. Inoltre, bisogna sempre tenere a mente il rischio di dipendenza e abuso che si possono sviluppare con l’utilizzo di questi farmaci, oltre al fatto che i risultati positivi sui sintomi non sempre si mantengono una volta sospesa la sostanza.
7)CONSIGLI PRATICI
Di seguito verranno proposti alcuni consigli pratici che potrebbero essere d’aiuto per chi soffre di ansia sociale (Polo, 2020):
- Inizia ad esporti gradualmente alle situazioni temute.
Inizia ad accettare gli inviti di amici, qualche uscita fuori porta o una semplice passeggiata sotto casa, infatti, anche se inizialmente potrai percepire l’ansia e non sentirti a tuo agio, con il tempo ti renderai conto che la paura tenderà a diminuire.
- Informati sull’argomento.
Inizia ad essere curioso della tua situazione. Leggi dei libri, degli articoli o cerca dei contenuti multimediali sull’ansia sociale. La consapevolezza di ciò che ti sta succedendo può essere il primo passo per aprirti al cambiamento.
- Evita “scorciatoie”.
Può succedere che chi soffre di fobia sociale inizi ad assumere farmaci ansiolitici in quantità o inizi a bere molti alcolici. Queste sostanze sembrano diminuire i sintomi della persona in contenti sociali. In realtà il consumo di queste sostanze con il tempo altro non farà che aumentare i sintomi del disturbo.
- Impara esercizi di rilassamento.
Imparare tecniche specifiche per rilassarsi, come il rilassamento muscolare progressivo o la respirazione diaframmatica, può aiutarti a ridurre i sintomi dell’ansia, anche nelle situazioni sociali più temute.
- Tieni un diario.
L’esercizio del diario è estremamente utile sia per tenere traccia di quello che senti e vivi nelle varie esperienze, sia per renderti conto dei piccoli e grandi progressi fatti.
8) COSA FACCIO SE HO L’ANSIA SOCIALE?
Nei precedenti paragrafi abbiamo potuto capire cos’è e cosa comporta soffrire di fobia sociale e quanto invalidante essa può essere per vivere una vita che possiamo definire normale.
Se leggendo quanto sopra ti sei sentito preoccupato per te o per qualcuno a cui vuoi bene ciò che puoi fare è cercare un professionista del settore che ti aiuti a capire meglio quello che ti succede o, nel secondo caso, aiutare la persona in questione a cercarlo.
Ricorda che chiedere aiuto è un atto di forza e coraggio, denota una grande presa di consapevolezza ed è il primo passo per vivere la tua vita come davvero desideri.
BIBLIOGRAFIA
American Psychiatric Association (APA) (2013). DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Milano: Raffaello Cortina.
Marsigli, A. (2022). Ansia sociale e pandemia: come il COVID ha cambiato la socializzazione. Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva.
Arad, G., Shamai-Leshem, D., & Bar-Haim, Y. (2021). Social Distancing During A COVID-19 Lockdown Contributes to The Maintenance of Social Anxiety: A Natural Experiment. Cognitive Therapy and Research, 45.
Polo, A. (2020). Fobia sociale: come uscirne. Psicoterapiascientifica.
Pietrini, F., Lelli, L., Lo Sauro, C. e Favarelli, C. (2009). Epidemiologia della fobia sociale Epidemiology of social phobia. Rivista di psichiatria, 44.
Clark, D. M., & Wells, A. (1995). Social phobia: Diagnosis, assessment, and treatment (pp. 69–93). New York: The Guilford Press.
Wells, A., McMillan, D., (2004). Psychological treatment of social phobia. Psychiatry, 3.
https://it.wikipedia.org/wiki/Fobia_sociale#Sintomi
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